13-07-2020 10:00:41 - Aggiornato: 13 July, 2020
Coltivare varietà autofiorenti di marijuana a volte può sembrare complicato, soprattutto perché possiamo avere un certo livello di incertezza relativamente alla produzione finale, e non sapere bene che tipo di terriccio utilizzare o la quantità di sostanze nutritive da fornire, e soprattutto, come e quanto illuminarla, sia in colture indoor che outdoor, dato che il suo tempo di fioritura è la sua caratteristica principale, cosa che dipenderà in gran parte dalla sua genetica di base.
Ecco perché, in questo blog, vi daremo alcune nozioni sulla sua genetica, per capirne le basi del suo sviluppo, della fioritura e della morfologia.
📖 Introduzione
La maggior parte dei semi di marijuana autofiorenti presenti sul mercato, contiene un certo carico genetico della varietà autoctona Cannabis Ruderalis L., un genotipo originario dell’Himalaya settentrionale e di alcuni paesi meridionali dell’ex Unione Sovietica.
Il suo fenotipo mostra una morfologia debole, al punto che a volte viene confusa con un’erba infestante, per cui non è mai stata sviluppata come varietà di cannabis narcotica, ma nemmeno per la produzione di fibre, visto che parliamo di piante di piccole dimensioni, dal fusto sottile e con poco materiale fogliare.
La si può osservare crescere selvatica spontaneamente nelle zone fredde e steppose del nord Europa, come la Lituania e le regioni adiacenti.
Finora, quindi, una varietà poco interessante per il suo basso valore agronomico, se non per una cosa: la sua genetica non si preoccupa minimamente se non riceve quasi nessun raggio del sole, il suo unico motivo di esistere è quello di riprodursi e per questo motivo, inizia a fiorire anche nelle peggiori condizioni, persino con il freddo e poca luce solare
Quali sono le differenze fra la varietà Cannabis Ruderalis L. e i semi autofiorenti che ora possiamo trovare sul mercato?
Moltissime!!
✅ Differenze tra la varietà di cannabis ruderalis l. e i semi autofiorenti
Gli attuali semi autofiorenti sono ibridi di cannabis narcotica, ma con un certo carico genetico di Ruderalis, di cui è stata preservata la sua unica caratteristica interessante: l’autofioritura
Anche se è anche vero che alcune varietà più di altre – dal momento che le ibridazioni genetiche non sono mai perfette – restano piante di taglia piccola, spesso quasi “nane”, altre ci deliziano invece con mostri di oltre un metro di altezza, di grandi dimensioni e notevole psicoattività.
Le piante che sono più di moda al momento, sono quelle che già conoscerete come “versioni fast”, ibridi che hanno ridotto il carico genetico di Ruderalis nelgi incroci successivi, dando origine a piante che, anche se non completamente autofiorenti, sono molto sensibili ai cambiamenti ormonali che coinvolgono la fioritura, e che vi benediranno con un grande raccolto in meno tempo di una varietà femminilizzata o di di una regolare tipica
Un cattivo sviluppo delle radici fin dall’inizio, finirà per far restare la pianta nana, dalla crescita debole e dalla scarsa produzione. Quindi, le prime due settimane sono fondamentali!
✨ Consigli per la coltivazione di semi autofiorenti
Questi sono i presupposti che dovete seguire per coltivare con successo dei semi autofiorenti:
* Migliorare lo sviluppo iniziale delle radici
Utilizzare uno stimolante per le radici a una dose minima, subito dopo aver messo la piantina nel vaso. Utilizzare vasi da almeno 10 litri.
* Substrato altamente spugnoso
Utilizza un substrato che permetta un rapido sviluppo delle radici. La radice di una pianta autofiorente di marijuana ti chiederà velocità, per questo motivo non richiede molta resistenza in crescita, con substrati spugnosi che permettano alla radice di essere ben ossigenata. Un equilibrio di torba, cocco e perlite è l’ideale.
* Substrato umido ma non bagnato
Cerca di non lasciare mai asciugare completamente il substrato. Se qualche radichetta si secca e diventa giallastra, la pianta resterà nana.
* Fertilizzazione con azoto
Utilizza un concime a base di azoto in dosi minime, a partire da quando la pianta sviluppa il secondo internodo
* Fertilizzazione con fosforo
Continuare con il fertilizzante con azoto (durante la fase di crescita) e integralo con il fosforo, una volta che la pianta ha iniziato la fioritura.
* Assicurati che la genetica scelta sia di buona qualità
Verificate come sono, o come sono state coltivate da altri coltivatori, le genetiche che avete scelto, e quali sono le origini della vostra varietà.
* Luce a palla!
Dal momento in cui sviluppa il suo primo paio di foglie, se è in una coltivazione indoor, va messa sotto una luce ad alta intensità, con un orario di almeno 20 ore di luce e 4 ore di buio. Una HPS da 400W è una buona lampada, ma se la si illumina con un LEC, è molto meglio. Se quello che vogliamo sono piante piccole, regoleremo l’intensità effettiva della luce allontanando la luce dalla pianta, in modo che le arrivino molti meno lumen
* Le autofiorenti non amano i trapianti
Nei trapianti la radice, in qualche modo, si danneggia sempre, sono piante che per svilupparsi molto velocemente hanno bisogno di una radice molto sana, quindi è meglio non toccarle.
⭐ Ricetta di autocoltivazione per le varietà autofiorenti (vaso in vaso)
- Taglia il fondo di un contenitore o di un vaso da 7-10cm.
- Metti 5 cm di cocco con perlite bagnata sul fondo di un vaso da 10 litri.
- Riempi la parte larga del vaso da 10 litri con questa cocco-perlite (il tutto secco).
- Metti il contenitore o il vaso da 7-10 cm a metà del vaso da 10 litri. Riempi anche questo con cocco e perlite.
- Ora pianta pure le tue piantine già germogliate nel contenitore, irrigandole con acqua come di consueto.
- Quando annaffi una pianta autofiorente, assicurarti di annaffiare SOLO nel vasetto per i primi 10 – 14 giorni. In questo modo si garantisce che la piantina riceva l’acqua di cui ha bisogno (e, a seconda della sua età, anche varie sostanze nutritive)
- Nel frattempo, la radice principale della pianta crescerà verso il basso, una crescita molto rapida, che avverà anche al di fuori dello strato umido di cocco-perlite, basta tenere presente che poi la radice resterà sul fondo del vaso da 10 litri.
- La radice principale invierà una vasta rete di piccoli peli radicolari che cercheranno anch’essi la stessa fonte d’acqua, quella del vostro annaffio.
🚀 Forza, è molto semplice!
Questo metodo garantisce il corretto sviluppo di una pianta autofiorente, e ti permette di farla crescere con un apparato radicale più sano, cosa che aumenterà le dimensioni della pianta da adulta e quindi anche la resa del raccolto finale.
Ricorda inoltre di evitare lo shock del trapianto, che potrebbe danneggiare le radici e lasciare la pianta nana.
Ci auguriamo di esservi stati di aiuto, così che possiate godervi i frutti di una coltivazione ben curata, proveniente da una buona genetica autofiorente!
Non dimenticare di visitare il catalogo di PEV Grow, moltissime sono le varietà autofiorenti che vi aspettano, e non perderti neanche le genetiche specifiche!