05-03-2021 16:00:00 - Aggiornato: 5 March, 2021
Sicuramente più di una volta hai sentito la parola defogliazione e ti sei chiesto …Che cos’è? È successo a tutti noi ad un certo punto, e per questo motivo abbiamo deciso di scrivere questo articolo, cercando di chiarire cos’è, come viene fatta, perché e quando è il momento giusto per farla.
⭐ Cos’è la defogliazione?
Sebbene la vera definizione di defogliazione si riferisca alla caduta prematura di alcune foglie delle piante a causa di diversi fattori, nel nostro caso non è così. La defogliazione della cannabis si riferisce alla rimozione volontaria e controllata di foglie da una pianta di marijuana, al fine di migliorarne l’aerazione, la penetrazione della luce o la produzione.
Questo metodo non è esclusivo delle piante di Maria; è stato utilizzato in molte altre colture per secoli, sia in piante ornamentali come i bonsai che nell’agricoltura intensiva per l’alimentazione. La defogliazione comporta alcuni rischi, ma se è fatta bene ne vale davvero la pena, quindi è importante sapere come eseguirla.
⛳ Cosa si ottiene con questa tecnica?
Quando non si rimuovono le foglie da alcune parti della pianta, l’energia di questa viene distribuita equamente in tutta la struttura; ovviamente, però, quelle zone scarsamente illuminate, o dove la luce non arriva bene, non andranno a formare cime, come puoi invece vedere nelle parti alte o illuminate direttamente. Invece, se si rimuovono alcune di queste foglie, la luce penetrerà meglio e i fiori saranno in grado di svilupparsi in un modo molto migliore.
Ma non solo! Oltre ad aumentare la quantità di cime o il loro peso al momento del raccolto, con la defogliazione applicata alla coltivazione della cannabis vedrai che i fiori saranno più densi, più duri e più resinosi. Questo perché la luce extra e la ventilazione che alcune parti della pianta guadagnano con questa speciale tecnica di potatura, consente loro di sfruttare al meglio l’energia per completare al meglio la formazione di quelle cime.
Un altro vantaggio aggiunto è il controllo di parassiti e malattie: lasciando infatti meno foglie sulle piante, gli insetti hanno meno spazio per nascondersi e questo ovviamente ci permette di rilevare la presenza sia di insetti che di funghi con più anticipo. Carenze, eccessi o blocchi nutritivi si possono anche identificare meglio quando i rami sono più radi.
✨ Quando devi defogliare la marijuana?
Si può fare sia in fase di crescita vegetativa che in pre-fioritura, ma sconsigliamo di farlo molto dopo, perché la pianta non avrebbe più tempo per sfruttare l’energia acquisita.
È molto comune defogliare le piante madri nel ciclo vegetativo, soprattutto i bonsai. È anche interessante farlo durante la crescita per piante Indica o ibride con un lungo periodo vegetativo, poiché arriva un punto in cui le foglie grandi ombreggiano i nuovi germogli: esso rappresenta un buon momento per eseguire la defogliazione.
👌 Come defogliate la cannabis?
Non è difficile, ma non si può fare in modo folle, perché le foglie sono i “pannelli solari” e le riserve di nutrienti che hanno le piante, quindi dobbiamo scegliere molto bene quelle che andremo ad eliminare. Devi anche tenere presente che ogni volta che tagli una pianta stai aprendo una porta per possibili infezioni, quindi fai attenzione e agisci solo dove necessario.
Devi solo rimuovere le foglie più grandi che bloccano la luce dei germogli, lasciando i rami più esposti, ariosi e ben illuminati. Nel disegno che segue puoi vedere un esempio:
Se guardi da vicino, vedrai che i rami continuano ad avere delle foglie, attaccate giusto ai germogli dove usciranno i fiori, ma sono state invece rimosse quelle più grandi, il cui picciolo nasce proprio ai nodi del tronco principale.
📲 Quando non è bene fare la defogliazione?
Ci sono volte in cui a causa dello stato vitale delle piante è meglio non defogliare, poiché non guadagnerebbe in performance, anzi, può portare addirittura a conseguenze negative. Quando una pianta ha carenze, parassiti, blocchi o qualche altro tipo di stress, non è bene rimuovere le foglie, perché in quello stato l’unica cosa che si ottiene è aumentare il grado di stress, con il rischio di provocarne la morte, se la sua situazione non viene risolta.
Sebbene non tutti la pensino allo stesso modo, dal nostro punto di vista non è bene applicare la defogliazione alle normali piante autofiorenti. Ci sono auto XXL molto folte che possono migliorare la produzione con questa tecnica, ma in generale con le varietà a fioritura automatica non c’è molto da guadagnare e il rischio di danni irreparabili è maggiore.
🚀 Defogliazione estrema o Lollipop radicale
Ci sono alcuni coltivatori, soprattutto in America, che effettuano una defogliazione intensa, tanto che lasciano intatte appena le punte dei rami. Questa variante della tecnica di defogliazione è anche chiamata Lollipopping, poiché le piante assumono la forma di lecca-lecca, molto simile a quando si esegue una eccessiva potatura bassa. A noi non piace molto eseguirla, tranne in alcuni casi.
Tra queste eccezioni ci sono le piante che sono state utilizzate per lungo tempo come scorta di talee, cioè grandi piante madri che stanno per fiorire. In molti casi queste piante generano fusti molto legnosi nelle zone basse e si sviluppano bene solo all’estremità dei rami.
🎯 Conclusione
Oggi abbiamo visto una tecnica di ottimizzazione della produzione che ha alcuni seguaci e molti detrattori. Per chiarire meglio, è preferibile nel dubbio lasciare un pò più di foglie piuttosto che eliminare quelle essenziali; tuttavia, toglierne alcune non necessarie aumenterà la produzione e la qualità finale del raccolto. Spero che l’articolo ti sia piaciuto e, se possibile, ti chiedo di condividerlo.